CIRCaP | Centre for the Study of Political Change - University of Siena
circap is also on
  • Home
  • About
  • Research areas
    • Public opinion
    • Political elites
    • Institutional change
    • European studies
    • Cultural diplomacy
  • Publications
    • Books and articles
    • CIRCaP Occasional papers New series
    • Distinguished lectures
    • Government reports
    • Activity reports
  • Graduate School
  • JB Seminars
  • Research news
  • Links
  • Contacts

Un'elezione "diversa", ma non per tutti

Osserviamo il tasso di ricandidature registrato nelle elezioni europee del 2014, sulla base di dati ancora evidentemente provvisori[1]: complessivamente, si è trattato del 65% degli oltre 750 europarlamentari che hanno chiuso la VII legislatura. È un dato in linea con il trend registrato in questa istituzione, certamente non connotata dagli stessi livelli di continuità solitamente riscontrati nei parlamenti domestici. Il dato varia da un livello di poco superiore al 20% (il caso di Cipro) al 90% riscontrato di Croazia (dove per altro gli europarlamentari uscenti erano appena entrati, essendo stati eletti nel PE soltanto nel 2013).Guardando ai paesi più grandi, i cui dati percentuali sono statisticamente più rilevanti, scopriamo che in Francia, paese nel quale le elezioni europee rappresentano sempre un’occasione per esperimenti politici e uno stimolo per espressioni di voto “di opinione” e talvolta di protesta, il tasso di ricandidati è stato piuttosto basso e senza dubbio deviante (55%) rispetto agli altri grandi paesi, laddove gli euro-deputati tedeschi e britannici si sono ricandidati in massa (71%). Immediatamente sotto troviamo l’Italia (68%), mentre degli altri due paesi di dimensioni medio-larghe, Polonia e Spagna, la prima si attesta ben tredici punti percentuali oltre la media europea del 65%, la seconda poco al di sotto (61%).
Complessivamente, circa il 65% degli europarlamentari uscenti è stato ricandidato alle elezioni europee 2014; i rieletti sono meno della metà nel nuovo parlamento
Ancora più interessante è il livello di variabilità riscontrato guardando alle rielezioni. In Grecia, per esempio, non è stato rieletto alcuno degli 8 ricandidati uscenti, e anche in Italia il terremoto elettorale rappresentato dallo spostamento dei consensi verso il PD e l'affermazione di un partito esordiente (alle Europee) come il Movimento 5 Stelle determinavano un elevato tasso di non-rielezione. Per contro, in paesi come Francia e Germania, pure fortemente segnati dalla volatilità elettorale, la pattuglia dei deputati uscenti è stata confermata senza troppe esclusioni. Dunque, il contesto elettorale è stato connotato da grande incertezza e da significativi riallineamenti tra i partiti un po’ ovunque in Europa, ma per alcuni paesi, tra i quali  Francia e Germania, il ricambio della classe parlamentare europea è arrivato senza sorprese e con maggiore gradualità.

Proiettiamo adesso i dati relativi al nuovo PE tenendo conto del peso degli esordienti, e quindi dell’universo degli eletti nel 2014: la Germania si conferma come la comunità che offre il profilo più stabile di elite sovranazionale, con una percentuale di conferme vicina al 70%: una quota di sicurezza per gli esperti euro-parlamentari tedeschi, alcuni dei quali tornano a Bruxelles dove hanno già avuto incarichi istituzionali rilevanti. Sopra la media anche il Regno Unito, seguito dalla Francia e dalla Polonia. Molto più complesso e difficile è invece il profilo dei deputati europei eletti in Spagna e, come vedremo meglio più tardi, in Italia, dove l’entrata di una forza del tutto innovativa sotto il profilo del personale politico, il Movimento Cinque Stelle, ma anche l’imponente ricambio nelle fila del Partito Democratico hanno posto le basi per un significativo turnover del ceto politico. Italia e Polonia sono anche i paesi dove più (relativamente) marcata è la percentuale di rientranti, ovvero di deputati che avevano abbandonato il PE (o che non erano riusciti a farsi rieleggere nelle ultime elezioni) che invece centrano l’obbiettivo della rielezione nel 2014.

La variabilità nei modelli di formazione del ceto parlamentare europea è visibile anche da indicatori ancora grossolani come questi. Ancora una volta, tuttavia, dobbiamo rilevare che la somma complessiva di questi diversi picchi rispetto alla media complessiva di rieletti non è dissonante rispetto al trend storico. Lo dimostra la figura 4 che ci mostra la quantità complessiva di rieletti e di rientri dal 1979. La quantità di esordienti rimane stabile attorno al 50%. Si potrebbe obiettare che in realtà, essendo le prime elezioni connotate da tempo dalla continuità della membership, che dunque non hanno portato alla elezione di nuove delegazioni nazionali, il 50% di neoeletti rappresenta di per se un indicatore di estrema fragilità istituzionale del PE. Non approfondiamo questo tema da sempre al centro delle riflessioni scientifiche, limitandoci tuttavia a ricordare che l’aumento relativo di esordienti è in larga misura spiegato con i mutamenti evidenti nella domanda politica di molti paesi, che hanno inciso sull’offerta, inducendo molti scettici – ultra-antieuropeisti e soft europeisti – a presentare le proprie liste, con forti speranze di aumentare il proprio bottino di consenso.


[1] Come è noto, la composizione definitiva del plenum del nuovo PE sarà disponibile soltanto in data 1 Luglio 2014, quando la nuova legislatura si aprirà ufficialmente. I dati provvisori sugli eletti, in  vista delle proclamazioni, sono quelli ottenuti dal sito http://europedecides.eu/.

scarica la nota in pdf

continua a leggere


ASTENSIONE E VOTO CONTRO: EURODEPUTATI GOVERNATIVI IN MINORANZA (+ infografica)

EUROSCETTICI, EUROINCERTI E GLI ALTRI: UNA COMPAGINE IN CRESCITA MA FRAMMENTATA (+ infografica)

GLI EURODEPUTATI ITALIANI: ELEMENTI DI CONTINUITA' E RINNOVAMENTO (+ infografica)



torna alla pagina principale
Create Infographics
(CORRECT VISUALIZATION MIGHT TAKE A FEW SECONDS. PLEASE WAIT...)
Powered by Create your own unique website with customizable templates.